Consigli di lettura n.7 – Febbraio

daniela.santroni | Febbraio 1st, 2012 - 16:20

Book Caffè Primo Moroni – Via Quarto dei Mille 29 (PE) – Tel. 085.4429521
I consigli di lettura della settimana:
I dispiaceri del vero poliziotto di Roberto Bolano
La fuga dal carcere a cura di Lanfranco Caminiti
Dark economy di Antonio Cianciullo e Enrico Fontana
Zigo Stella di Maurizio Rosenzweig
La cucina spagnola Di Margit Proebst


Roberto Bolano “I dispiaceri del vero poliziotto” Adelphi 19€
Il sogno di ogni vero lettore non è forse di ritrovare, anche solo per poco, i personaggi di un libro che ha appassionatamente amato? Ebbene, lo vedrà realizzarsi, per la prima volta, in questo romanzo, dove riappaiono alcuni dei personaggi di 2666. Per poterli incontrare di nuovo, però, dovrà accettare il rischio di intraprendere un viaggio quasi iniziatico, all’interno di una foresta in cui le piste si confondono e si aggrovigliano. Ma il vero lettore non esiterà, e si trasformerà lui stesso nel vero poliziotto del titolo: colui che (come Bolaño) “cerca invano di mettere ordine in questo dannato romanzo». Inoltrandosi dunque nella trama fittissima e imprevedibile di queste pagine, scoprirà, per esempio, che il professor Amalfi¬tano è approdato in Messico dopo essere stato espulso dall’Università di Barcellona per omosessualità, e ne conoscerà il nuovo amante, un irresistibile falsario di dipinti di Larry Rivers (mentre dell’ex amante, un poeta malato di Aids, leggerà le impagabili lettere); e rivedrà anche l’incan¬tevole Rosa Amalfitano, di cui sembra innamorarsi il poliziotto Pedro Negrete, incaricato di indagare sul professore insieme allo scherano Pancho, erede di una dinastia di donne violate… Nel frattempo si lascerà sedurre, il vero lettore, da digressioni letterarie impertinenti, classifiche irriguardose, biografie fittizie, atmosfere inquietanti, sogni rivelatori. Con l’im¬per¬tur¬babile senso del ritmo e la dovizia visionaria delle sue storie, Bolaño saprà i-pnotizzare il suo lettore-po¬liziotto, imponendogli un modo di raccontare nuovo e sorprendente. Sicché, alla fine, l’unico «dispiacere» che quegli proverà sarà di vedere i personaggi, già da sempre in fuga, sottrarsi ancora una volta: come se, terminato il libro, «saltassero letteralmente fuori dall’ulti¬ma pagina e continuassero a fuggire».

Roberto Bolaño è nato a Santiago del Cile nel 1953. A quindici anni, nel 1968 si trasferisce a Città del Messico con i genitori dove per cinque anni vive libero e scapigliato frequentando artisti ribelli sognatori e fuggitivi. Esseri lontani e pieni di antipatia per i letterati ufficiali. Simpatizza col Mir (il Movimento della sinistra rivoluzionaria), scrive poesie. Nel 1973 un breve ritorno in patria giusto per piombare in quell’11 settembre, nella sanguinosa caduta di Allende, e nell’ascesa di Pinochet. E per partecipare alle manifestazioni che esplodono per strada, per essere arrestato (cavandosela per fortuna con pochi giorni di carcere). A questo punto, quando torture e sparizioni diventano la quotidianità del Cile, l’unica via possibile è la fuga. Passaggio a Città del Messico e arrivo in Spagna, Barcellona. “In qualche misura tutto quello che ho scritto è una lettera d’amore e un saluto alla mia generazione, a quelli che hanno scelto la militanza e la lotta e che hanno dato quel poco che avevano, e quel molto che avevano, la giovinezza, a una causa che per noi era la più generosa del mondo (…) l’intera America Latina è seminata con le ossa di questi giovani dimenticati”.

In Spagna però non è come in Messico, né come in Cile, Roberto Bolaño non trova i suoi poeti sballati e sognatori, vive un conflitto fra il tentativo di legarsi e l’insofferenza verso la comunità dei sudamericani esuli. Poi ci sono i bisogni legati alla sopravvivenza e così lavora come cameriere, vigilante notturno, spazzino, portuale. Ecco una delle molte cose bizzarre di quest’uomo, che si sentiva soprattutto poeta, e invece esordisce a quarant’anni nella prosa, e in dieci anni, dal ’93 al 2003 scrive dieci libri, tutti quanti geniali, bizzarri, importanti. I detective selvaggi, Chiamate Telefoniche, Notturno cileno, La letteratura nazista in America, Stella distante… Diventa in fretta uno degli scrittori in lingua spagnola più letti, più influenti, riconosciuto come maestro indiscusso da scrittori quasi coetanei. Poi, di colpo, a soli cinquant’anni, nel 2003, ci ha lasciati qui soli. E’ morto mentre aspettava un trapianto di fegato in un ospedale di Barcellona.
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Lanfranco Caminiti (a cura di) “La fuga dal carcere” Derive Approdi 16€
Questo libro narra le appassionanti e coinvolgenti avventure di chi ha tentato la fuga dal carcere, uno dei temi in assoluto più classici e ricorrenti della letteratura di tutti i tempi. L’anelito di libertà, la fantasia, l’arguzia, la pazienza, la costanza, la perizia, il coraggio sono gli ingredienti essenziali che il prigioniero oculatamente dosa nel suo piano di fuga. E indipendentemente dal successo che esso può avere riesce comunque sempre a suscitare i sentimenti forti dell’emozione, della partecipazione, della simpatia. A partire da questi presupposti il libro colleziona le più mirabolanti e spettacolari fughe dal carcere – maschile, femminile, minorile, psichiatrico – sia fallite che riuscite, realizzate nella storia carceraria di diversi paesi, compreso ovviamente il nostro. Storie di fughe divenute celeberrime che hanno ispirato poeti, romanzieri, sceneggiatori e registi cinematografici e teatrali, insieme a fughe altrettanto straordinarie ma rimaste ai più sconosciute. Fughe sagaci compiute senza colpo ferire e fughe violente sfociate in tragedia.
Oltre ai racconti e alle cronache, il libro raccoglie anche testimonianze dirette narrate dai protagonisti di alcune fughe carcerarie. A corredo un importante repertorio di immagini sul tema della storia della fuga dal carcere..
Lanfranco Caminiti, siciliano, vive appartato, scrive articoli e saggi, legge tante storie e gli capita di buttarne giù qualcuna. Non ha sempre fatto questo: quand’era ragazzo stava per lo più per strada, come tanti negli anni Settanta. I suoi scritti [collezionati su www.lanfranco.org] navigano per Internet dove vengono ripubblicati e talvolta tradotti.
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Antonio Cianciullo, Enrico Fontana “Dark economy” Einaudi 18€
Dalle terre di Gomorra alle contrade del Guangdong, dai boss dei casalesi alle broker cinesi in minigonna: c’è un filo nero che collega clan, imprese troppo disinvolte, politici collusi, apparati statali deviati, funzionari pubblici corrotti. È la dark economy, un settore che fattura ogni anno miliardi di euro con i traffici illegali di rifiuti su scala globale. Siamo di fronte all’altra faccia dello specchio, il lato oscuro della produzione. Medicine scadute, vecchi computer, auto da rottamare, lampadine, vestiti, pneumatici: tutti gli oggetti che ci circondano hanno un doppio destino. Possono diventare risorse da recuperare, alimentando l’industria del riciclo, o un’arma in mano alla criminalità che si arricchisce trasformandoli in una poltiglia infettante carica di metalli pesanti e batteri, diossine e amianto. Ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, dark economy e green economy si danno battaglia. E se finora, in ampie zone del paese, era prevalsa la rassegnazione al disastro ambientale e sanitario, oggi sta nascendo un’inedita alleanza tra cittadini, associazioni, imprese pulite, istituzioni impegnate nella battaglia contro l’ecomafia.

Antonio Cianciullo è inviato de «la Repubblica ». Per conto del giornale segue da trent’anni i temi ambientali ed ha partecipato ai principali appuntamenti internazionali: dall’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992 ai vertici sul cambiamento climatico. Tra i suoi libri ricordiamo: Atti contro natura (Feltrinelli 1992), Ecomafia (con Enrico Fontana, Editori Riuniti 1995), Il grande caldo (Ponte alle Grazie 2004), Soft economy (con Ermete Realacci, Rizzoli 2005), La corsa della green economy (con Gianni Silvestrini, Edizioni Ambiente 2009), Dark economy – La mafia dei veleni (con Enrico Fontana, Einaudi 2012).

Enrico Fontana è direttore del «Nuovo Paese Sera», responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente e presidente del consorzio Libera Terra Mediterraneo, di cui fanno parte le cooperative sociali che gestiscono le terre confiscate alle mafie. Ha coniato, nel 1994, il termine «ecomafia» e cura la redazione del Rapporto annuale sulla criminalità ambientale in Italia, realizzato da Legambiente. Dal 2000 al 2005 è stato vicepresidente nazionale di Libera, l’associazione presieduta da Don Luigi Ciotti. Per Einaudi ha pubblicato Dark economy – La mafia dei veleni (con Antonio Cianciullo, 2012).

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Maurizio Rosenzweig “Zigo Stella” Edizioni BD 23€
Zigo Stella: un adolescente come tanti, se non fosse che è morto, ha un occhio mistico e un braccio demoniaco.
Maurizo Rosenzweig: un autore poderoso alla sua sfida più grande.
Il risultato è un’opera formidabile, che sfida minimalismo, graficnovelismo, senso di lettura e buone abitudini tipografiche. Un libro come non ne avete mai visti prima.

Maurizio Rosenzweig nasce a Milano il 22 novembre 1970. Inizia a lavorare maggiorenne nel campo della pubblicità; esordisce nel campo del fumetto con la fanzine “Macchia”, mentre la sua prima pubblicazione professionale avviene su “Fumo di China” con una storia di Federico Memola. In seguito collabora con Palumbo e Brolli, disegnando la miniserie di Ramarro “Terre Desolate”, e con Marcello Tonitelli per il pocket “Shanna Shock”. Rimane attivo nel campo dell’autoproduzione, disegnando il numero 1 del “Milano Criminale” di Cajelli e, in collaborazione con Andrea J. Pinketts, “Laida Odius”. Nel recente passato ha esordito come autore completo con l’originale serie autobiografica “Davide Golia” composta di tre volumi: “Mostri si Nasce” (Edizioni PuntoZero), “Demonio Amore Mio” (Edizioni Di) e “Charisma” (Edizioni Del Grifo). Attualmente è il disegnatore regolare più anarchicamente personale della serie “John Doe” (Eura).

Intervista a Maurizio Rosenzweig

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Margit Proebst “La cucina spagnola” Gambero rosso 18€
Un’abbondante vegetazione al nord, cime coperte di neve nella Sierra Nevada, una sinuosa costa sull’Atlantico e spiagge sabbiose mediterranee – la Spagna è un paese che ha tutti i tipi di clima e una cucina che rispecchia la varietà del paesaggio
Margit Proebst, innamorata della Spagna, ci guida con questo libro alla scoperta di grandi classici come la paella, il gazpacho e la crema catalana, e di nuove interessantissime ricette come gli asparagi con la maionese d’arancia o l’agnello con salsa di melagrana.
Tantissime le preparazioni proposte corredate da splendide foto e da utilissime informazioni sulla difficoltà di preparazione e la zona di provenienza, oltre a tanti consigli e curiosità su ingredienti, prodotti e strumenti tipici di questa cucina.
Il libro è diviso in sei sezioni di facile consultazione grazie alle differenti colorazioni: tapas; insalate, uova e verdura; zuppe, minestre e risotti; pesce e frutti di mare; carni e volatili; dolci.
A queste vanno aggiunti l’utilissimo glossario, l’indice per ingredienti, e le indicazioni e i consigli per allestire una tavola in perfetto stile iberico, ricreando la magica atmosfera di una finca.
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