Consigli di lettura n.18 febbraio

daniela.santroni | Febbraio 7th, 2013 - 17:12

 

I consigli di lettura della settimana:

Musica per camaleonti di truman Capote

Finale di partito di Marco Revelli

Grandville mon amour di Bryan Talbot

Parliamo di musica di Stefano Bollani

Truman Capote “Musica per camaleonti” Garzanti 18,80€

Truman Capote è uno dei maggiori scrittori americani del Novecento e al tempo stesso un insuperabile maestro del reportage. Nella sua opera il confine tra la letteratura e il giornalismo è spesso labile, indefinibile: Musica per camaleonti, pubblicato per la prima volta nel 1980, riesce a essere insieme grande letteratura e grande giornalismo. Al centro del libro è Bare intagliate a mano, un thriller con tutti i crismi che racconta un fatto vero e terribile: un delitto sadico perpetrato con l’aiuto di serpenti drogati con anfetamine.
Un altro pezzo forte di Musica per camaleonti sono gli incontri con personaggi che vanno da Marilyn Monroe a un membro della Banda Manson, passando per due gemelle siamesi che raccontano le loro esperienze sessuali. Condotte con crudele e tenera complicità, queste conversazioni sono sedimentate in interviste-ritratto di terrificante efficacia.
Cangiante e mutevole come un camaleonte, Capote entra in sintonia con i suoi interlocutori, spingendoli a disegnarsi in autoritratti involontari dallo stile vivido e raffinatamente mimetico. Raccontando pezzi di vita quotidiana e pettegolezzi, sregolatezze e bizzarrie, passando con naturalezza dallo snervante chiacchiericcio del jet-set ai riti della provincia più dimenticata e profonda, Truman Capote riesce a mettere a nudo tutta l’innocenza e la violenza dell’anima americana.

 

Truman Capote (New Orleans 1924 – Los Angeles 1984) è una delle voci più originali della letteratura americana del Novecento. I suoi libri editi da Garzanti sono Altre voci, altre stanze (1948), L’arpa d’erba (1951), Colazione da Tiffany (1958), A sangue freddo (1966), I cani abbaiano (1980), Preghiere esaudite (1986), romanzo che Capote ha concluso poco prima di morire, e Incontro d’estate (2006), scritto nel 1943 e riemerso solo nel 2004, tra le carte abbandonate dallo scrittore nella sua vecchia casa di Brooklyn. Tutti i racconti brevi sono raccolti nel volume La forma delle cose (2007). Nel catalogo Garzanti è presente anche Ritratti e osservazioni (2008).


Marco Revelli “Finale di partito” Einaudi 10€

La crisi dei tradizionali partiti politici è ormai conclamata, e rischia di contagiare le stesse istituzioni democratiche. Secondo i piú recenti sondaggi, meno del cinque per cento degli italiani ha fiducia nei partiti politici, poco piú del dieci per cento nel Parlamento. Particolarmente evidente in Italia, il fenomeno è tuttavia generale: ovunque i «contenitori politici» novecenteschi stentano a conservare il consenso. E ovunque cresce un senso di fastidio verso quella che viene considerata una «oligarchia», separata dal proprio popolo e portatrice di privilegi ingiustificati. È importante misurare le dimensioni del fenomeno e interrogarsi sulle cause del tracollo della forma partito e sul futuro della rappresentanza politica nello scenario di una trasformazione «epocale» dalla società industriale a quella post-industriale. A ben guardare l’esplosione dei partiti si ricollega, seppure in una congiuntura temporale apparentemente sfasata, al superamento dell’organizzazione produttiva «fordista» massificata e all’affermarsi di nuove forme organizzative leggere. Facendo i conti, in modo drammatico, con la stessa insostenibilità dei costi crescenti che la macchina d’impresa novecentesca ha indotto. Con una domanda finale: è possibile la democrazia «oltre» i partiti?

 

Marco Revelli insegna Scienza della politica all’Università del Piemonte orientale. Fra i suoi ultimi: Le due destre: le derive politiche del postfordismo (Bollati Boringhieri, 1996), La sinistra sociale (Bollati Boringhieri, 1999). Per Einaudi ha curato il testo di T. Ohno, Lo spirito Toyota («Einaudi Contemporanea»). Nel 2001 ha pubblicato il saggio Oltre il Novecento, nel 2003 La politica perduta («Vele»), nel 2010 Poveri, noi («Vele») e nel 2013 Finale di partito («Vele»).

 

Marco Revelli sul movimento no TAV in un video tratto da you tube

 


Bryan Talbot “Grandville mon amour” Comma22 22€

La seconda avventura dll’ispettore LeBrock nel fantapassato scaturito dalle visioni di Bryan Talbot. All’inseguimento di Mad Dog, ribelle sanguinario, LeBrock si ritrova di nuovo a Grandville, a indagare su una catena di omicidi compiuti nell’ambiente della prostitute d’alto bordo. Intrighi, suspence e colpi di scena condurranno alla sorprendente conclusione. Perché la realtà, come la fantasia, non è mai ciò che sembra…

 

Bryan Talbot (Wigan, Lancashire, 1952) è uno dei più importanti autori completi di fumetti del Regno Unito.
Ha iniziato a pubblicare le sue illustrazioni nel 1969, sul magazine della Società Tolkieniana inglese, e successivamente ha lavorato sulle principali riviste della scena a fumetti underground britannica. Il suo lavoro ha contribuito alla nascita del fumetto britannico di spessore, influenzando e fornendo ispirazione a numerosi atristi come Alan Moore, Neil Gaiman e Grant Morrison (per citarne alcuni), che daranno vita, tra gli anni ’80 e gli anni ’90, a quella che fu conosciuta come l'”invasione britannica” del fumetto americano.
Nel 1978, sul magazine “Near Myths”, appare il primo episodio dell’acclamata serie Le Avventure di Luther Arkwright, che verrà pubblicata in svariati anni e differenti vesti editoriali, e che rappresenta uno dei primi esempi di graphic novel britannica. Nel frattempo, fino alla metà degli anni Ottanta, Talbot inizia a lavorare per la rivista 2000 AD, per la quale realizza tre differenti serie di Nemesis the Warlock, e diverse storie di Slàine e Judge Dredd.
Negli anni Novanta, Talbot inizia a lavorare per gli Stati Uniti, principalmente per la DC Comics, realizzando svariati numeri di Hellblazer, Sandman e Batman. Nello stesso periodo, per l’editore Dark Horse (che aveva già pubblicato la raccolta in volume di Luther Arkwright) realizza testi e tavole della graphic novel La Storia di un Topo Cattivo, che tratta di abusi sui minori, recentemente ripubblicata in volume in Italia dall’editore Comma 22.
Sempre negli anni Novanta, collabora con Tom Veitch (The Nazz) e con suo fratello Rick Veitch (Teknophage).
Tra la fine degli anni 90 e oggi, ha lavorato sulla serie-culto Fables di Bill Willingham, e ha realizzato lo spin-off di Sandman I due Ragazzi Morti Detective.
Ha anche ripreso in mano l’universo di Luther Arkwright, realizzando nel 1999, sempre per Dark Horse, il sequel Cuore dell’Impero (pubblicato in Italia in 2 volumi sempre da Comma 22, editore di riferimento per le pubblicazioni di Bryan Talbot).
Nel 2007, ha pubblicato l’ambiziosa graphic novel Alice in Sunderland, che esplora le connessioni tra Lewis Carrol, Alice Liddel e le regioni britanniche del Sunderland e del Wearside. Anche questo volume è uscito in Italia con il marchio Comma 22, così come la ristampa delle Avventure di Luther Arkwright, raccolta nel 2009 dall’editore bolognese in un volume cartonato di grande formato.
Tra i lavori più recenti del poliedrico autore britannico, va ricordato Cherubs – Paradise Lost, pubblicato nel 2007 e ancora inedito in Italia.
Nel 2009 Daerk Horse pubblica la prima graphic nove di Grandville, tradotto un anno più tardi sempre da Comma 22. L’albo, ambientato in un’Europa steampunk e popolato da animali antropomorfi, è il primo di una collana di 4-5 graphic novel, delle quali Comma 22 sta per pubblicare la seconda, dal titolo Grandville Mon Amour.


Stefano Bollani “Parliamo di musica” Mondadori 17€

“L’idea che per capire la musica si debba per forza possedere un certo bagaglio culturale è una furbata, spesso è una scusa per pigri, o una medaglia acquisita sul campo per chi crede di essere fra quelli che la ‘capiscono’. Avere gli strumenti per godere della musica non significa conoscere né l’armonia né l’epoca in cui è stata scritta né il retroterra culturale del compositore, ma riconoscere qualcosa che abbiamo dentro e che risuona.”
In questo libro Stefano Bollani ci spiega il bello della musica. E lo fa con parole semplici, con il suo spirito libero, sfatando insidiosi luoghi comuni e svelando i segreti di un laboratorio fantastico, quello dell’improvvisatore: armonia, melodia, dinamiche, ritmo, colpi a effetto, trucchi, debolezze e assi nella manica dei jazzisti, dei creatori pop e degli interpreti. Parliamo di musica è un viaggio affascinante nei meccanismi della creazione musicale raccontato da uno dei massimi talenti del nostro tempo.
Bollani però prima di tutto è un vorace ascoltatore, dai Beatles a Frank Zappa, da Elio e le Storie Tese a Giacomo Puccini, da Bill Evans alla bossanova di Antônio Carlos Jobim e così, compilando una sorta di appassionato “taccuino di appunti”, il grande pianista ci guida nella comprensione dei suoni e delle loro diverse chiavi di lettura, fino a farci scoprire che si tratta di un percorso dentro le nostre stesse percezioni nascoste.
Perché “non solo nella musica, ma anche nella vita, il vero spettacolo è ascoltare”.

 

Stefano Bollani ha esordito professionalmente all’età di quindici anni e da allora ha partecipato a un centinaio di incisioni discografiche e concerti in tutti i più importanti festival del mondo, suonando su palchi prestigiosi come la Town Hall di New York e il Teatro alla Scala di Milano.

 

Stefano Bollani trio dal vivo a Milano. Da youtube.


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